(New York 1752 - Freehold, New Jersey, 1832) poeta statunitense. Studente a Princeton, vi conobbe i futuri rivoluzionari James Madison e Aaron Burr. Combattente durante la guerra d’indipendenza, fu recluso a bordo di una nave-prigione inglese: l’episodio è aspramente rievocato in La galera britannica (The british prison ship, 1781), tra i molti testi che fecero di F. il «poeta della rivoluzione». Nella nuova democrazia fu capitano di mare e impetuoso giornalista politico, direttore della jeffersoniana «National gazette». Contrasti e delusioni amareggiarono i suoi ultimi anni. Fu trovato morto in una tempesta di neve. Consapevole, come lo sarà Emily Dickinson, di produrre poesia per un pubblico che la rifiutava, F. elaborò i primi modelli del linguaggio poetico americano. Se in La casa della notte (The house of night, 1775) affiorano i temi notturni del preromanticismo europeo, in Il cimitero indiano (The indian burying ground, 1778) e soprattutto in Il caprifoglio selvatico (The wild honey suckle, 1786) l’immemore passato e il mai celebrato paesaggio americano trovano la propria trasfigurazione poetica.